Prologue
Calandra. Comedia di M. Bernardo da Bibiena, che fu poi cardinale. Nuovamente ristampata e corretta
Bernardo Dovizi da Bibbiena
Éditeur scientifique : De Capitani, Patrizia
Description
Auteur du paratexteBernardo Dovizi da Bibbiena
Auteur de la pièceBernardo Dovizi da Bibbiena
Titre de la pièceCalandra. Comedia di M. Bernardo da Bibiena, che fu poi cardinale. Nuovamente ristampata e corretta
Titre du paratextePrologo
Genre du textePrologue
Genre de la pièceComédie
Date1513
LangueItalien
ÉditionFlorence, appresso i Giunti, 1558
Éditeur scientifiqueDe Capitani, Patrizia
Nombre de pages2
Adresse sourcehttp://www.opal.unito.it/psixsite/Teatro italiano del XVI e XVII secolo/Elenco opere/ IP : 194.116.91.83
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Fichier HTMLhttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/html/Bibbiena-Calandra-Prologue.html
Fichier ODThttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/odt/Bibbiena-Calandra-Prologue.odt
Mise à jour2015-01-28
Mots-clés
Mots-clés français
GenreComédie
SourcesAuteurs antiques ; Plaute
SujetSottise trahie
DramaturgieAutonomie du dramaturge face au modèle antique ; imitation / plagiat ; originalité dans le traitement de l’intrigue
Personnage(s)Pleurnichard trompé
RéceptionPublic hétérogène ; critiques des érudits et des savants
ExpressionLangue de la comédie ; vulgaire / latin ; dignité du vulgaire ; prose / vers ; style humble
Mots-clés italiens
GenereCommedia
FontiAntichi ; Plauto
ArgomentoStoltaggine beffata
DrammaturgiaAutonomia del drammaturgo rispetto al modello antico ; imitazione /furto ; originalità del trattamento dell’intreccio
Personaggio(i)Moccicone burlato
RicezionePubblico eterogeneo ; critica dei dotti
EspressioneLingua della commedia ; volgare / latino ; dignità del volgare ; prosa / verso ; stile basso
Mots-clés espagnols
GéneroComedia
FuentesAutores antiguos ; Plauto.
TemaNecedad burlada
DramaturgiaAutonomía del dramaturgo frente al modelo antiguo ; imitación / plagio ; originalidad en el tratamiento de la intriga
Personaje(s)Llorón engañado
RecepciónPúblico heterogéneo ; crítica de los cultos y de los doctos
ExpresiónLengua de la comedia ; vulgar / latín ; dignidad de la lengua vulgar ; prosa / verso ; estilo humilde
Présentation
Présentation en français
Dans le prologue de la Calandra, Bibbiena, nommé cardinal le 23 septembre 1513 par Léon X (Giovanni de’ Medici), nouvellement élu pape, souligne la nouveauté absolue de sa comédie qui, à la différence de la Cassaria (La Comédie de la caisse, 1508) et des Suppositi (Les Supposés, 1509) de l’Arioste, ne doit rien à Plaute que non seulement il n’a pas plagié, mais avec lequel il aspire plutôt à se mesurer sur un pied d’égalité. De plus, la Calandra est écrite en langue vulgaire et non en latin justement parce qu’elle s’adresse à un public large et non seulement à un cercle restreint d’érudits. Selon Bibbiena, il revient en effet aux auteurs modernes d’élever le niveau du vulgaire italien à celui qu’ont atteint les langues antiques en en perfectionnant et enrichissant l’expression. Enfin, puisque la comédie représente des personnages et des sujets familiers et quotidiens, l’auteur n’a pas jugé opportun d’écrire sa pièce en vers, mais il l’a rédigée en prose, moyen expressif plus conforme au statut des personnages comiques.
Présentation en italien
Texte
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Prologo
{2} Voi sarete oggi spettatori d’una nuova commedia intitolata Calandra ; in prosa non in versi ; moderna, non antica ; volgare, non latina. Calandra detta è da Calandro, il quale voi troverete sì sciocco, che forse difficil vi fia3 a credere, che natura uomo sì sciocco creasse giammai4. Ma se visto, o udito avete le cose di molti simili, e precipue5 quelle di Martino d’Amelia6; il quale crede la stella Diana essere sua moglie7, lui essere lo Amen8, diventare donna9, Dio, pesce e arbore a posta sua10 ; maraviglia non vi fia, che Calandro creda, e faccia le sciocchezze che vederete. Rappresentandovi la commedia cose familiarmente fatte e dette, non è parso allo Autore usare il verso, considerato che e’ si parla in prosa con parole sciolte e non legate11. Che nuova sia, dispiacer non vi debbe, se di sano gusto vi trovate ; perciò che le cose moderne e nuove dilettano sempre, e piacciono più che le antiche e le vecchie, le quali per lungo uso sogliono sapere di vieto12. Non è latina, però che dovendosi recitare ad infiniti13 (che tutti dotti non sono) l’Autore, che di piacervi sommamente cerca, ha voluto farla volgare, a fine che da ognuno intesa, parimenti a ciascuno diletti ; oltre che la lingua, che Dio e natura ci ha data, non deve appresso di noi essere di manco estimazione, nè di minor grazia14 che la Latina, la Greca e la Ebraica, alle quali la nostra non saria forse punto inferiore, se noi medesimi la esaltassimo, la osservassimo e pulissimo con quella diligenzia e cura che i Greci e gli altri fecero la loro. Bene è di sé inimico chi l’altrui lingua stima più che la sua propria. So io bene, che la mia mi è sì cara, che non la {NP}darei per quante lingue oggi si trovano, così credo intervenga15 a voi. Però grato esser vi deve sentire la commedia nella lingua vostra, aveva errato, nella nostra, non nella vostra16. Udirete voi la commedia, che a parlare aviamo noi17, voi a tacere18. Delle quali se sia chi dica, lo autore essere gran ladro di Plauto19, lasciamo stare che a Plauto staria molto bene l’essere rubato, per tenere il moccicone le cose sua senza una chiave e senza una custodia al mondo20. Ma lo Autore giura alla croce di Dio21, che non gli ha furato22 questo (facendo uno scoppio con le dita)23 e vuole stare a paragone24. E che25 ciò sia vero, dice che si cerchi quanto ha Plauto e troverassi che niente gli manca di quello che aver suole. E se così è, a Plauto non è suto26 rubato nulla del suo. Però27 non sia chi per ladro imputi l’Autore. E se pure alcuno ostinato ciò ardisse, sia pregato almeno di non vituperarlo, accusandolo al Bargello28, ma vadi a dirlo secretamente nell’orecchio a Plauto, ma ecco qua chi vi porta l’argomento29 ; preparativi bene a riceverlo, aprendo ben ciascuno il buco dell’orecchio30.